Virtù: carità, la gioia di diventare amore

Don Fernando Primerano

«Dio è carità»: così scrive l’apostolo Giovanni nella sua prima lettera (4,16). Ma come può Dio essere al contempo dono gratuito e una virtù della persona umana?
Il Catechismo della Chiesa cattolica al numero 1822 la definisce così: «La carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per sé stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio».

Dio, l’attore del Bene in noi
In questa definizione non troviamo verbi che parlano d’impegno o di fatica o di sforzo. Al centro c’è Dio e il suo amore per l’uomo: è lui l’attore principale della virtù. Non è un esempio da seguire, ma un dono da accogliere, che ha la forza di trasformare il cuore rendendolo conforme, nell’amare, al cuore di Cristo.
Giovanni testimonia la sua esperienza nella carità quando scrive: «Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui» (Gv 4,16).
Conosciuto e creduto! Si parla di una profonda intimità, accolta e voluta e che si fa vita nell’intimo del credente. Credere per il cristiano non è solo assenso intellettuale, ma è vita concreta, conformata in modo naturale all’agire di Dio Padre che si rivela in Cristo Gesù.

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L’obiettivo: rimanere nell’amore del Padre
L’attività più importate svolta dal Signore è sempre stata quella di permanere nell’amore del Padre e ricercare momenti di intimità con lui. Questo amore è tanto grande da farsi carne in Gesù e diventare in modo visibile mitezza, attenzione, misericordia, guarigione, pace, dono di sé…
Nel suo vangelo Giovanni riporta questo invito rivolto da Gesù ai discepoli:

«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,9-12).

Ecco allora l’azione pratica richiesta a ogni uomo e donna per vivere nella virtù della carità: lasciarsi amare da Dio. Vie efficaci per nutrirsi della Carità che è Dio, il Signore ne ha date molte: l’ascolto della sua Parola apre il cuore alla sua azione creatrice, i sacramenti rendono figli e figlie di Dio e danno la gioia di vedere intorno a sé una moltitudine di fratelli, il perdono ricevuto rende capaci di misericordia, il cibo eucaristico è comunione col Padre e dà il coraggio della carità verso i fratelli. Ogni dono che viene dall’amore di Dio se accolto con perseveranza e fede rende capaci di amare come ama lui.

Ogni giorno il rimedio giusto
In concreto: sei arrabbiato? Leggi alcune righe della Bibbia. Non riesci a perdonare? Accostati al sacramento del perdono. Fai fatica ad amare? Nutriti del Corpo di Cristo. In sintesi: far concretamente spazio nella propria vita all’amore sereno di Dio apre alla gioia, alla fedeltà, all’umorismo, alla pace.
Questa è la via “migliore di tutte” indicata da San Paolo: la fede che fa credere alla bontà di Dio, la speranza che fa pregustare la pienezza della vera vita, la carità, “la più grande di tutte”, che rende conforme a Dio che ama tutti e sempre (cfr. 1Cor 13,13).
Guardiamo infine a Maria, colei che ha creduto sino a dare al modo la Carità stessa: il Figlio di Dio, Gesù. Alla nostra amata Vergine della Guardia chiediamo di aiutarci a crescere nella Carità a immagine di suo figlio Gesù.